Le Cesine

Parco naturale protetto dal WWF con animali protetti e un fitto bosco con la flora mediterranea: meta ideale per le escursioni.
Oasi incontaminata del WWF

Oasi protetta dal WWF, Le Cesine sono un parco naturale appena a Nord di Torre Specchia (quindi di San Foca), meta ideale per stupende scampagnate, avvolti dai profumi del bosco, o accecati dal luccichio dei raggi solari, riflessi dallo specchio d’acqua cristallino.

Il nome Cesine deriva dal latino “Seges“, che significa “zona incolta, abbandonata”. Il termine ricorda, nel Medioevo, di tagliare alberi e bruciare boschi per ricavare terreni fertili (Segine era anche il borgo che sorgeva nei pressi del Castello dell’Acaja, piccola cittadella fortificata del Comune di Vernole). L’Oasi si estende per 620 ettari, 350 dei quali sono gestiti direttamente dal WWF; essa rappresenta uno degli ultimi tratti superstiti, delle ultime zone paludose, che in passato si estendevano da Otranto a Brindisi. Il paesaggio, variegato, è costituito da ambienti naturali, ognuno con associazioni e specie vegetali tipiche, un vero mosaico naturale.

Questi habitat sono il canneto, la palude, le dune costiere, il bosco di pini, la macchia mediterranea, i lecceti, i canali di bonifica, i coltivi, gli allagati; tutti sono di fondamentale importanza affinchĂ© l’Oasi possa essere di interesse per i tanti tipi di uccelli che la frequentano, trovandosi su una delle principali rotte migratorie, delizia per gli amanti della natura. I 2 bacini retrodunali delle palude sono chiamati “Pantano grande” e “Salapi“, entrambi con acqua salmastra ma alimentati in prevalenza da acque meteoriche; solitamente non superano i 2 metri di profonditĂ . Sono separati dal mare da una fascia di dune sabbiose, alcune volte scavalcate dalle mareggiate. Ne deriva che la salinitĂ  è variabile e diminuisce verso l’interno.

“Salapi” deriva dal ritrovamento di una cittĂ  messapica chiamata “Salapia”. Altri piccoli bacini retrodunali hanno invece il nome di “Salapieddhi”. Il confine della zona umida è dato dal canale conduttore, che dai pressi di Torre Specchia va a San Cataldo, per la parte ad Ovest dell’Oasi, dal mare per la parte ad Est. All’interno del bosco, a pochi metri dalla palude, ci sono 3 capanni (2 sopraelevati, 1 sul livello del mare) appositamente eretti per osservare gli uccelli. Interessanti gli itinerari all’interno del bosco e la macchia per ammirarne flora e fauna. Un silenzio assoluto, rotto di tanto in tanto dal cinguettio degli uccelli, rende l’atmosfera surreale, dando la sensazione di una profonda armonia con la natura circostante. Delle piccole sabbie mobili (non pericolose, visibili prevalentemente nel periodo autunnale) danno un pizzico di sale alle escursioni. Da visitare! Rappresenta una delle poche zone protette ed allo stato naturale del grande Salento.

STORIA E CENNI STORICI

Secoli fa il Salento era terra attraversata da paludi e fitta di boschi di leccio, ottimo rifugio per le zanzare (la malaria era una malattia molto comune, l’aria malsana). Tutto ciò impediva ai contadini di avere a disposizione aree da destinare alle coltivazioni. Intorno alla fine del XIX secolo queste aree furono trasformate e bonificate. Ciò fu attuato tramite un’estesa rete di canali secondari collegati ad un canale principale, che consentiva di fare defluire l’acqua dolce verso il mare e l’impianto di diverse specie floreali, il cui scopo era di assorbire l’acqua, fornendo quindi terre adatte alla coltivazione ed allo sviluppo della macchia mediterranea.

L’immane lavoro fu reso possibile grazie a enormi sforzi fisici di braccianti coordinati da esperti provenienti dalla regione Emilia-Romagna. Intorno alla metĂ  del XXI secolo, con la riforma fondiaria, furono affidati alla Regione Puglia, 350 ettari di terreno ed altri 300 ettari furono concessi a privati.

Fino agli anni ’70 i terreni concessi alla Regione Puglia erano stati concessi in gestione ad una associazione di cacciatori; successivamente con il risveglio della coscienza ambientalista si comprende appien l’importanza della conservazione e della salvaguardia di aree come Le Cesine. Dopo l’uccisione di oltre 5000 animali, iniziò il lavoro per l’istituzione di una riserva naturale, che venne realizzata. Il territorio è stato dichiarato zona umida di valore internazionale in seguito al trattato di Ramsar (Iran) nel 1971, poi ratificato nel 1977. Oasi di protezione della fauna nel 1978 e Riserva Naturale di popolamento animale nel 1980. La gestione è affidata al WWF Italia, in convenzione con il Ministero dell’Ambiente, e la SMA S.p.A, proprietaria di una parte dei terreni. Gli altri terreni sono di proprietĂ  di privati. L’Oasi è Riserva Naturale dello Stato.

L’oasi è anche stata riconosciuta ZPS (zona a protezione speciale) per la nidificazione di numerose e diverse specie animali e SIC (sito di interesse comunitario) per le specie faunistiche e floristiche iscritte nelle liste presenti nella zona, oltre che palestra di educazione alla conoscenza ed al rispetto alla natura.

La torre della Masseria “Le Cesine” è la parte piĂą antica, risalente circa al XV secolo, distante circa 1 km dal mare. Come per tante altre torri presenti lungo i litorali del Salento, era una torre di avvistamento per le incursioni dei pirati Saraceni ed era in contatto visivo con altre torri di avvistamento presenti a poca distanza da essa. Il corpo della masseria invece è stato edificato in periodi differenti, che vanno dal XVII secolo quando è stato edificato il nucleo primario, al XVIII secolo con la costruzione dell’abitazione del massaro, per finire con la costruzione di altre stanze qualche decennio fa. Oggi la masseria è di proprietĂ  della Regione Puglia.

FESTE ED EVENTI

COME RAGGIUNGERLA

In auto

Arrivate a Bari in autostrada. Uscite a Bari Nord, da qui proseguite sulla superstrada Brindisi-Lecce. Arrivati a Lecce imboccate, la tangenziale e prendete l’uscita per San Cataldo. Giunti a San Cataldo proseguite a Sud sulla litoranea fino ad incontrare Le Cesine.

In treno

Si raggiungono Le Cesine lungo la direttrice adriatica (Milano – Bologna – Pescara) o attraverso la Roma – Caserta. Una volta giunti a Lecce è conveniente noleggiare un’auto.

In aereo

In aereo potrete raggiungere Le Cesine facendo scalo a Brindisi qui potrete noleggiare un’auto e, quindi, seguire le indicazioni sopra. 

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